Pubblicato il Maggio 10, 2024

Il futuro della vostra azienda non dipende solo dalla pianificazione legale, ma dalla sua capacità di diventare un progetto imprenditoriale moderno e desiderabile per i vostri figli.

  • Trasformare il lavoro da fatica fisica a sfida intellettuale grazie alla tecnologia e a nuove competenze.
  • Diversificare le fonti di reddito per garantire stabilità economica e dimostrare la redditività dell’impresa.

Raccomandazione: Iniziate oggi a vedere il passaggio generazionale non come una fine, ma come la più grande opportunità di innovazione per la vostra azienda, investendo in welfare, tecnologia e formazione.

Capisco perfettamente la preoccupazione che vi stringe il cuore. Vedere i figli, magari laureati e con altre ambizioni, guardare alla terra di famiglia più come a un fardello che come a un’opportunità è una delle paure più grandi per un agricoltore. Avete dedicato una vita intera a costruire qualcosa dal nulla, a lottare contro il meteo e il mercato, e l’idea che tutto questo possa finire con voi è difficile da accettare. Molti vi diranno che la soluzione è “parlare”, “pianificare” o stipulare un “patto di famiglia”. Sono consigli validi, ma spesso non bastano, perché non affrontano la radice del problema: l’azienda, così com’è, forse non è più attraente per un giovane del ventunesimo secolo.

E se la vera chiave non fosse convincere i vostri figli a fare esattamente quello che avete fatto voi, ma trasformare l’azienda agricola in un luogo dove le loro competenze, le loro idee e le loro aspirazioni possano non solo trovare spazio, ma diventare il motore di una nuova fase di crescita? Non si tratta di rinnegare il passato, ma di costruirci sopra un futuro diverso. Un futuro dove la tecnologia riduce la fatica, la diversificazione stabilizza i bilanci e il lavoro agricolo diventa una scelta imprenditoriale stimolante e non un ripiego.

Questo articolo è pensato come una conversazione tra imprenditori. Non vi darò solo consigli legali, ma strategie concrete per rendere la vostra azienda un “progetto di vita” attraente. Esploreremo insieme come il welfare, le attività multifunzionali, la tecnologia e le reti di impresa possano diventare le fondamenta solide su cui costruire una continuità evolutiva, garantendo che il vostro sacrificio non sia stato vano, ma sia il seme di un’impresa ancora più forte.

In questo percorso, affronteremo passo dopo passo le leve strategiche a vostra disposizione per modernizzare l’azienda e renderla un’eredità che i vostri figli saranno orgogliosi non solo di ricevere, ma di far crescere. Ecco i temi che tratteremo.

Perché offrire welfare aziendale riduce il turnover dei dipendenti stagionali ?

La stabilità di un’azienda agricola non si misura solo in ettari o quintali, ma anche nelle persone. Trovare e, soprattutto, trattenere manodopera qualificata, specialmente quella stagionale, è una delle sfide più ardue. Il continuo ricambio di personale è un costo nascosto enorme: tempo perso in formazione, produttività ridotta e un clima di precarietà. Il settore agricolo italiano ha visto un calo del 9% dei coltivatori diretti in soli cinque anni, un segnale che evidenzia la difficoltà di mantenere le persone legate alla terra.

Qui entra in gioco un concetto che forse suona distante, ma che è incredibilmente pratico: il welfare aziendale. Non si tratta di “regali”, ma di investimenti strategici per migliorare la qualità della vita dei vostri collaboratori e delle loro famiglie. Quando un dipendente si sente valorizzato, la sua lealtà cresce in modo esponenziale. Questo crea un ambiente di lavoro stabile che è, di per sé, un valore enorme per l’azienda e un segnale positivo per i figli che osservano la gestione.

Cosa significa “welfare” in agricoltura? Secondo il rapporto 2024 di Intesa Sanpaolo, le misure più efficaci e diffuse includono il sostegno all’istruzione. Pensate a contributi per l’acquisto di libri scolastici o per le tasse universitarie dei figli dei vostri operai. Oppure, aiuti concreti per la digitalizzazione, come bonus per l’acquisto di computer o tablet. Questi gesti dimostrano che non vedete i vostri dipendenti solo come braccia, ma come persone, con famiglie e aspirazioni. Un’azienda che si prende cura della sua gente è un’azienda sana, un ecosistema imprenditoriale solido che un giovane è più propenso a considerare come un futuro possibile.

Agriturismo, didattica o trasformazione : quale attività accessoria stabilizza il bilancio familiare ?

Uno dei principali timori dei giovani è l’instabilità economica dell’agricoltura, un settore legato a variabili imprevedibili come il clima e i prezzi di mercato. “Non rende abbastanza” è una frase che probabilmente avete sentito o temuto. La soluzione per rendere l’azienda più solida e attraente è la diversificazione, ovvero affiancare all’attività agricola primaria una o più attività connesse che generino un reddito stabile e meno volatile.

Le opzioni sono molteplici e possono essere modellate sulle caratteristiche uniche della vostra azienda e sulle passioni dei vostri eredi. L’agriturismo è una delle vie più conosciute e in forte crescita, con quasi 26.000 aziende agrituristiche attive in Italia nel 2022. Questa scelta può valorizzare vecchi casali e offrire un’esperienza di ospitalità rurale molto richiesta, un ambito dove le competenze in marketing digitale e lingue dei giovani possono fare la differenza.

Vista aerea di agriturismo toscano con piscina e vigneti

Altre strade includono le fattorie didattiche, perfette per chi ha una vocazione per la comunicazione e vuole creare un legame con il territorio e le scuole, o la trasformazione e vendita diretta dei prodotti. Creare un marchio, aprire un piccolo spaccio aziendale o un e-commerce per vendere confetture, olio, formaggi o vino a valore aggiunto trasforma un prodotto agricolo in un’esperienza di brand. Questo non solo aumenta i margini, ma apre le porte a competenze di branding, packaging e vendita online che possono affascinare una nuova generazione.

La scelta dipende da molti fattori, tra cui la dimensione aziendale, la posizione e, soprattutto, le inclinazioni personali. Il seguente schema offre una sintesi per aiutarvi a orientare la riflessione.

Confronto tra attività di diversificazione agricola
Attività SAU media Vantaggi Target giovani
Agriturismo 25,3 ettari 2,5 volte superiore alla media agricola Marketing e ospitalità
Fattoria didattica Variabile Integrazione con scuole e territorio Comunicazione ed educazione
Trasformazione prodotti Media-piccola Valore aggiunto al prodotto E-commerce e branding

Come la tecnologia 4.0 può convincere i giovani laureati a tornare a lavorare la terra ?

L’immagine dell’agricoltore curvo sulla zappa per dodici ore al giorno è uno dei più grandi deterrenti per le nuove generazioni. La fatica fisica, unita a un lavoro percepito come “vecchio stile”, allontana i giovani, specialmente quelli con un’istruzione superiore. L’Agricoltura 4.0 non è fantascienza, ma la risposta concreta a questo problema. Si tratta di usare la tecnologia per rendere il lavoro non meno impegnativo, ma più intelligente, strategico e meno logorante fisicamente.

Introdurre droni per monitorare lo stato di salute delle colture, sensori nel terreno che comunicano in tempo reale il fabbisogno idrico, o sistemi basati sull’intelligenza artificiale per prevedere l’insorgere di malattie significa trasformare il lavoro. L’agricoltore diventa un manager di dati, un tecnico specializzato che prende decisioni basate su informazioni precise anziché solo sull’istinto. Questo cambia radicalmente l’attrattività del lavoro, allineandolo con le competenze digitali che i giovani già possiedono e studiano.

Come sottolinea un’autorità in materia, l’innovazione porta a benefici tangibili che vanno oltre la semplice comodità. Filippo Renga dell’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano, in un’analisi per Il Sole 24 Ore, spiega l’impatto di questa rivoluzione:

L’Agricoltura 4.0, attraverso l’analisi incrociata di fattori ambientali, climatici e colturali, consente di stabilire il fabbisogno irriguo e nutritivo delle coltivazioni, di prevenire patologie, di identificare gli infestanti prima che proliferino.

– Filippo Renga, Osservatorio Smart AgriFood – Politecnico di Milano

Le tecnologie chiave per questa trasformazione includono:

  • Internet of Farming (IoT): Sensori per monitorare in tempo reale umidità, temperatura e nutrienti del suolo.
  • Droni agricoli: Mappatura aerea delle coltivazioni per trattamenti mirati e di precisione.
  • Intelligenza Artificiale (AI): Analisi predittiva per ottimizzare semina, irrigazione e difesa delle colture.
  • Blockchain: Sistemi per certificare e tracciare l’intera filiera, garantendo trasparenza e valore al Made in Italy.
  • Agrivoltaico: Integrazione di pannelli fotovoltaici per produrre energia pulita e reddito aggiuntivo.

L’errore dell’isolamento : perché le piccole aziende che non fanno rete chiudono prima ?

Un tempo, l’azienda agricola poteva essere un’isola, un mondo autosufficiente. Oggi, l’isolamento è una condanna. La pressione della concorrenza globale, la complessità burocratica e la rapidità dei cambiamenti di mercato rendono quasi impossibile sopravvivere da soli. I dati sono impietosi: secondo il 7° Censimento dell’Agricoltura ISTAT, tra il 1982 e il 2020 in Italia è scomparso oltre il 63% delle aziende agricole. Molte di queste erano piccole realtà che non sono riuscite ad adattarsi.

Fare rete non è più un’opzione, ma una necessità strategica. Significa unirsi ad altre aziende per acquistare materie prime a prezzi migliori, per condividere macchinari costosi che da soli non potreste permettervi, o per creare un marchio comune e affrontare insieme mercati più grandi. Le reti d’impresa, i consorzi e le cooperative sono strumenti potenti per aumentare la competitività e ridurre i rischi.

Questo approccio ha anche un forte valore per il passaggio generazionale. Un’azienda che collabora, che partecipa a fiere, che è inserita in un tessuto economico vivace, è un’azienda dinamica. Mostra ai giovani che l’agricoltura non è un mondo chiuso e solitario, ma un settore connesso dove si possono creare sinergie, imparare dagli altri e crescere insieme. Come emerso durante un convegno sul tema organizzato da Banca Pordenonese, la pianificazione e l’apertura a nuove competenze tecnologiche e manageriali, spesso facilitate dal confronto con altre realtà, sono fattori essenziali per la continuità imprenditoriale. Partecipare a questi eventi, entrare a far parte di associazioni di categoria attive, non è una perdita di tempo, ma un investimento per costruire un futuro più solido per la vostra azienda.

Quando iniziare a trasferire le quote e le responsabilità agli eredi per evitare litigi ?

Questo è forse il punto più delicato e carico di emozioni. Il passaggio del testimone non può essere un evento improvviso, ma un processo graduale, pianificato e condiviso. L’errore più comune è quello di rimandare, di pensare “c’è tempo” o, peggio, di mantenere il controllo totale fino all’ultimo, lasciando gli eredi impreparati e creando tensioni e risentimenti. Un passaggio non gestito è la via più sicura per i litigi familiari e, spesso, per la fine dell’azienda.

La chiave è un trasferimento progressivo delle responsabilità. Invece di cedere tutto in un colpo solo, definite un percorso in cui i vostri figli possano “imparare a guidare” l’azienda mentre voi siete ancora al loro fianco come copiloti esperti. Questo approccio permette loro di fare esperienza, di commettere errori controllati e di guadagnare la fiducia in sé stessi e quella dei collaboratori. Allo stesso tempo, vi permette di ritagliarvi un nuovo ruolo, magari meno operativo ma di grande valore strategico.

Mani di diverse generazioni che si stringono sopra un tavolo di legno rustico

Dal punto di vista legale, strumenti come il patto di famiglia sono essenziali per definire in anticipo la successione ed evitare dispute future. Ma l’aspetto umano e gestionale è altrettanto importante. Si tratta di un vero e proprio “contratto di affiancamento”, che può essere formalizzato o meno, ma che deve avere tappe chiare e condivise. Questo percorso non solo previene i conflitti, ma rende il passaggio un’esperienza costruttiva di crescita per tutta la famiglia e per l’azienda stessa.

Il vostro piano d’azione per una transizione graduale

  1. Anni 1-2: Inizio con delega. Affidate al vostro erede la gestione di un’area funzionale specifica (es. la commercializzazione, la gestione di una nuova coltura).
  2. Anni 3-4: Aumento delle responsabilità. Promuovetelo a un ruolo di Direttore Operativo, con responsabilità crescenti su budget e personale.
  3. Anno 5: Passaggio del comando. Nomina a Amministratore Delegato o titolare, con pieno controllo gestionale. Voi assumete un ruolo di supervisione.
  4. Definizione del vostro nuovo ruolo. Trovate un ruolo prestigioso per voi stessi, come Presidente Onorario o Brand Ambassador, per continuare a contribuire con la vostra esperienza.
  5. Valutazione di strumenti legali. Consultate un notaio o un commercialista per esplorare il contratto di affiancamento (legge 205/2017) e il patto di famiglia.

Robot o operatore : come integrare le nuove competenze senza licenziare nessuno ?

L’arrivo della tecnologia in azienda porta con sé una domanda legittima: che ne sarà delle persone che lavorano con me da una vita? La paura è che i robot e i sensori possano sostituire gli operatori, creando tensioni sociali e umane. Questa visione è sbagliata. La vera sfida dell’innovazione non è sostituire le persone, ma riqualificarle. L’obiettivo non è avere meno personale, ma avere personale con competenze diverse e a più alto valore aggiunto.

Un trattore a guida satellitare ha ancora bisogno di un operatore, ma non più di uno che sappia solo tenere il volante dritto. Avrà bisogno di un tecnico capace di programmare il percorso, di interpretare le mappe di prescrizione e di gestire la manutenzione del software. L’operaio che controllava a vista lo stato delle piante potrà diventare un analista di dati provenienti dai droni. È un cambio di paradigma: da manodopera a “cervello d’opera”.

Studio di caso: La formazione come chiave del PNRR

Diverse aziende agricole italiane, grazie ai fondi del PNRR, stanno già vivendo questa transizione. Hanno installato sensori nel suolo per misurare umidità e nutrienti e usano droni per il monitoraggio aereo. Tuttavia, hanno capito che l’investimento più importante non era nell’hardware. Come evidenziato in un’analisi de ‘La Provincia di Cremona’, la vera sfida e il vero valore aggiunto risiedono nell’usare i fondi per la formazione e l’accompagnamento del personale. Il successo non deriva dall’installare un sensore, ma dall’insegnare ai propri collaboratori come usare i dati raccolti per prendere decisioni migliori, trasformando l’esperienza sul campo in competenza digitale.

La buona notizia è che non siete soli in questo percorso. Esistono strumenti specifici per finanziare la formazione a costo quasi zero. Come confermato da fonti istituzionali, il credito d’imposta “Formazione 4.0” e i Fondi Interprofessionali come For.Agri sono pensati proprio per aiutare le imprese a riqualificare il personale esistente, accompagnando la transizione tecnologica senza lasciare indietro nessuno. Investire nella formazione dei vostri uomini di fiducia è il modo migliore per dimostrare che l’innovazione è un’opportunità per tutti, non una minaccia.

Come trasformare la biodiversità della vostra azienda in un pacchetto turistico ad alto valore ?

Spesso, il valore più grande della vostra azienda non è quello scritto nel bilancio. È un valore intangibile, fatto di storia, di paesaggio, di cultivar antiche che solo voi avete conservato, di un ecosistema di flora e fauna unico. Questa biodiversità non è solo un patrimonio ecologico, ma una straordinaria risorsa economica che può essere trasformata in un’esperienza turistica ad alto valore aggiunto, perfettamente in linea con le nuove tendenze del turismo esperienziale.

Il turista moderno non cerca più solo un letto e un pasto; cerca una storia, un’emozione, un’esperienza autentica da vivere e raccontare. La vostra azienda può diventare il palcoscenico di queste esperienze. Il turismo rurale in Italia sta vivendo un vero e proprio boom, con milioni di visitatori che ogni anno scelgono gli agriturismi per riconnettersi con la natura e le tradizioni. Un figlio con competenze in comunicazione e marketing può essere la persona perfetta per “impacchettare” e vendere queste esperienze uniche.

Non serve avere un grande agriturismo. Si può iniziare in piccolo, offrendo pacchetti mirati che valorizzino ciò che già avete. Ecco alcune idee concrete che stanno già avendo successo:

  • Diventa apicoltore per un giorno: un’esperienza pratica di contatto con le api, la smielatura e la creazione della propria etichetta di miele.
  • Corso di riconoscimento e cucina di erbe spontanee: un percorso nei campi con un esperto per imparare a riconoscere le erbe commestibili e poi usarle in un laboratorio di cucina.
  • Crea il tuo blend di olio: una degustazione guidata di oli da diverse cultivar autoctone, con la possibilità per l’ospite di creare la propria miscela personalizzata.
  • Laboratorio di panificazione con grani antichi: dal campo alla tavola, macinando farine da grani locali per poi imparare a panificare.
  • Percorsi sensoriali nei vigneti: non una semplice degustazione, ma un’immersione guidata tra i filari per capire il legame tra terroir, vitigno e vino.

Queste non sono semplici attività, ma modi per vendere il valore intangibile della vostra terra. È un modo per differenziarsi, aumentare la redditività e offrire ai giovani un ruolo creativo e stimolante all’interno dell’azienda di famiglia.

Da ricordare

  • Il passaggio generazionale è un progetto di trasformazione, non un semplice trasferimento di proprietà.
  • La redditività e l’attrattività si costruiscono diversificando le fonti di reddito e investendo in tecnologia.
  • La chiave del successo è un trasferimento graduale di responsabilità, basato sulla fiducia e la formazione.

Come accedere ai fondi Transizione 5.0 per modernizzare la vostra azienda agricola ?

Tutte queste strategie di modernizzazione – tecnologia, formazione, diversificazione – richiedono investimenti. La domanda sorge spontanea: come finanziare questa trasformazione? Fortunatamente, viviamo in un momento storico in cui esistono ingenti risorse pubbliche, a livello nazionale ed europeo, destinate proprio a sostenere le imprese in questa transizione. Il piano Transizione 5.0 e i fondi del PNRR sono opportunità concrete che non potete permettervi di ignorare.

Questi fondi non sono destinati solo alle grandi industrie, ma sono accessibili anche e soprattutto alle piccole e medie imprese agricole. Offrono crediti d’imposta, contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per investimenti in beni strumentali 4.0, in software, in sistemi per l’efficienza energetica e, cosa fondamentale, nella formazione del personale. Accedere a questi fondi può fare la differenza tra un progetto che resta un sogno e una trasformazione che diventa realtà.

Il mondo della finanza agevolata può sembrare complesso, ma non dovete affrontarlo da soli. Il primo passo è muoversi in modo strutturato. Ecco una roadmap pratica per orientarvi:

  1. Contattare la propria associazione di categoria: Coldiretti, Confagricoltura, CIA o la Camera di Commercio locale sono il primo sportello. Offrono consulenza iniziale gratuita e possono indirizzarvi.
  2. Effettuare una diagnosi energetica: Per accedere ai fondi Transizione 5.0, è spesso richiesta una certificazione ex-ante che dimostri il risparmio energetico ottenibile con l’investimento.
  3. Incaricare un professionista: Affidatevi a una società specializzata o a un perito tecnico per la diagnosi energetica e la perizia necessaria a certificare l’investimento.
  4. Integrare la formazione nel progetto: Ricordate di includere nel vostro piano di investimenti anche i costi per la formazione del personale all’uso delle nuove tecnologie. Anche questa spesa è spesso incentivata.
  5. Presentare la domanda: Fatevi assistere dal vostro commercialista o da un consulente specializzato in finanza agevolata per compilare e presentare correttamente la domanda.

Sfruttare queste opportunità non solo rende la modernizzazione economicamente sostenibile, ma dimostra anche ai vostri figli che state costruendo un’impresa proiettata nel futuro, capace di cogliere le occasioni e di investire per crescere. L’agricoltura italiana, con i suoi 42,4 miliardi di euro di valore aggiunto che la rendono prima in Europa, è un settore vitale e pieno di potenziale. Sta a voi cogliere gli strumenti per esprimerlo al meglio.

Per dare il via a questo cambiamento, è cruciale capire come muovere i primi passi per ottenere le risorse necessarie.

Per avviare concretamente questo percorso di trasformazione e assicurare un futuro prospero alla vostra azienda, il passo successivo è ottenere un’analisi personalizzata e un piano strategico su misura per la vostra specifica realtà.

Scritto da Elena Rossi, Consulente di Marketing Agroalimentare ed Esperta in Economia Agraria. Specializzata in certificazioni di qualità (DOP/IGP), business plan e accesso ai fondi europei (PSR, PNRR).